
L’aspetto motivazionale nel calcio e nello sport in generale è fondamentale.
Quante volte ci è capitato di sentir dire da parte di allenatori, tifosi o dirigenti: questa squadra ha carattere? I ragazzi hanno “grinta”? Abbiamo fatto una gara di grande personalità?
La capacità di un allenatore di guidare un gruppo, di gestirlo e trarre il meglio dalla squadra che allena è una qualità che, soprattutto al giorno d’oggi, può fare la differenza nel raggiungere o meno risultati importanti, in base agli obiettivi ed alla categoria di riferimento.
In che modo noi allenatori possiamo trasmettere la giusta “garra” ai ragazzi che alleniamo?
Per rispondere a questa complessa domanda è necessario partire da un’analisi che ogni mister dovrebbe fare su sè stesso, chiedendosi: quale è il mio stile di leadership?
La nostra personalità comporta delle conseguenze e delle reazioni più o meno consapevoli da parte del gruppo che alleniamo, e modulando il nostro comportamento possiamo incidere sulla squadra in maniera importante.
Quali sono allora i principali stili di leadership degli allenatori di calcio e dei leader in generale?
In linea con la psicologia dello sport ne abbiamo individuati tre, da applicare sul campo di calcio.
L’allenatore autocratico: applicando questo stile, l’allenatore tende a centralizzare su sè stesso l’autorità, gestendo il potere ed il gruppo tramite il controllo. Le decisioni riguardanti le scelte tecnico/tattiche del team vengono prese solamente dal mister, che le comunica ed impone alla squadra. I margini di manovra e di scelta da parte dei componenti del gruppo sono pressochè nulli. Questo stile di leadership si rivela utile soprattutto in quelle situazioni in cui i giocatori hanno un forte bisogno di essere seguiti e guidati, oppure vi è poco tempo a disposizione per raggiungere un risultato.
L’allenatore democratico: tende a delegare ai componenti della squadra, o a qualche leader del gruppo. Cerca di raggiungere gli obiettivi prefissati incoraggiando la partecipazione, non temendo, ma anzi favorendo il confronto con i giocatori riguardo a tattiche, strategie ed esercitazioni da proporre. Si affida fortemente ai propri giocatori, chiedendo loro suggerimenti e cercando un confronto costruttivo con il team.
L’allenatore amichevole: dà grande importanza alle relazioni con i giocatori ed ai loro bisogni personali. Cerca di perseguire gli obiettivi assicurandosi che i componenti del gruppo stiano bene soprattutto da un punto di vista umano. È soprattutto un leader di sostegno e di supporto che mette la fiducia ed il coinvolgimento alla base del rapporto con la squadra.
Attenzione!
L’allenatore bravo è quello che riesce ad essere elastico capendo il tipo di stile da utilizzare nelle diverse situazioni. Non vi è una tipologia di leadership giusta o sbagliata a prescindere, ma sta all’allenatore comprendere come modulare il proprio comportamento in base a quello che richiede il contesto od il momento. La capacità di oscillare tra i diversi stili di leadership in base alla squadra, al momento della stagione, ai risultati ed agli obiettivi può essere la discriminante che permette a noi allenatori di essere seguiti ed apprezzati dai gruppi che alleniamo.
E tu? Che tipo di leader sei?
Lo sapevi? Ogni stile di leadership comporta delle reazioni soprattutto inconsapevoli da parte dei componenti della squadra, che possono innescare reazioni che condizionano le motivazioni dei giocatori, agendo a livello sub-inconscio. Vuoi saperne di più?
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