Un viaggio nel settore giovanile del Mainz

L’ FSV Mainz 05 possiede uno dei settori giovanili più rinomati della Germania. Nel club lavora da due anni il ventiseienne Luca Santuari, tecnico trentino, col quale abbiamo dato uno sguardo ravvicinato al modello dell’ academy tedesca.

Luca, da quasi due anni lavori in uno dei migliori settori giovanili in Europa, che negli ultimi anni ha portato più di un giocatore proveniente dall’academy a esordire in Bundesliga come Ridle Baku e Jonathan Burkadt. Di che cosa ti occupi nel club tedesco?

Al Mainz lavoro come preparatore atletico-coordinativo nelle annate dall’U-9 all’ U-15.

Seguo inoltre dei lavori tecnici individualizzati trasversali ai giocatori di annate diverse. Infine insegno calcio in alcune scuole che collaborano attivamente per la nostra società.

Un lavoro a 360° che mi stimola parecchio.

Da dove è partita la tua carriera nel calcio?

Sono di Trento ed ho giocato a livello dilettantistico fino ai 23 anni, allenando nel frattempo nella scuola calcio del mio paese, il Lavis. Nel frattempo ho frequentato la laurea in Scienze motorie a Verona, laureandomi nel 2015. Nel 2016 ho avuto la possibilità di fare un erasmus durante la Magistrale in Germania a Norimberga. Ho vissuto quell’esperienza in maniera propositiva, cercando delle possibilità e dei contatti dove poter svolgere il tirocinio e scrivere la tesi. Dopo una ricerca sono riuscito a contattare direttamente il preparatore atletico della prima squadra del Fürth, in Serie B tedesca, che si è reso disponibile per supportarmi in questo studio.

Photo credit FSV Mainz 05

Di cosa ti sei occupato durante il tirocinio?

Sono stato a contatto con la prima squadra del club per tre mesi. L’obiettivo era testare un dispositivo GPS fornito dall’Adidas. Il mio compito era di valutare se il sistema era affidabile nel valutare azioni sulle breve distanze come cambi di direzione ed accellerazioni. È stata un’esperienza incredibile sia da un punto di vista tecnico-scientifico che umano poter lavorare a stretto contatto con calciatori di così alto livello.

Dopo il tirocinio com’è proseguito il tuo percorso?

Dopo aver scritto la tesi sono rientrato in Italia. Nel 2018 lo stesso preparatore con cui avevo collaborato al Fürth si era nel frattempo spostato al Mainz, ricoprendo il ruolo di responsabile dell’area sport e riabilitazione. A volte quello che è destinato a te, fa mille giri ma in qualche modo ti raggiunge, ed ecco che mi chiese se avessi la disponibilità di svolgere un tirocinio di 6 mesi presso il loro club a partire da gennaio 2019. Non ci ho pensato su due volte, accettando immediatamente

In quei sei mesi mi sono occupato della parte atletica e motoria delle categorie dall’U-11 all’U-14, oltre a seguire la riabilitazione della fascia agonistica, dall’U-15 fino all’U-19.

Come si evolve la tua carriera al Mainz dopo questi sei mesi?

Nel luglio 2019 la società mi comunica che è disponibile ad investire su di me, proponendomi un contratto biennale che mi permettesse di vivere solo di calcio.

Il Mainz è riconosciuto come uno dei migliori settori giovanili in Germania, come è organizzato il club?

La società ha investito parecchio nel settore giovanile. Le strutture sono di primordine, il club è organizzato e nel gruppo di lavoro si respira una bella atmosfera.

Abbiamo una squadra per annata dagli U-9 fino all’ U-23: la squadra riserve che gioca nella Serie D tedesca.

Le strutture dell’academy del Mainz
Photo credit FSV Mainz 05

Come viene organizzato lo scouting?

La selezione viene fatta in tutta la Germania e spesso i giovani di talento, a parità di offerta, scelgono la nostra realtà in quanto riconosciuta per la qualità della formazione. Ad esempio quest’anno nella nostra Primavera ci sono diversi giocatori titolari nelle nazionali giovanili tedesche. Un altro fiore all’occhiello è che quest’anno 4 ragazzi provenienti dalla nostra academy hanno firmato il loro primo contratto da professionisti.

Si predilige selezionare i ragazzini molto presto, per formarli in casa, trasmettendo mentalità ed attaccamento alla maglia. In questo momento sono 30 i ragazzi che vivono nel convitto della società.

La società fornisce formazione per voi allenatori?

Il club tiene tantissimo alla formazione, allo scambio di idee e al confronto tra noi allenatori e preparatori.

Ad esempio spesso abbiamo un interscambio importante con il preparatore della prima squadra che ci porta la sua esperienza e professionalità. Ogni giovedì inoltre è previsto un meeting tra tutti i componenti degli staff delle diverse squadre dove vi è un confronto su un tema portato di volta in volta da un diverso mister.

Quali sono le linee guida del settore giovanile?

Innanzitutto è importante il concetto di continuità: un filo rosso che deve accomunare tutte le squadre, dagli U-9 agli U-19.

La filosofia di base è composta da tre concetti fondamentali.

Alla base della piramide vi è l’individuo, con lo sviluppo della sua personalità.

Vi è grande attenzione alla persona, al ragazzo umanamente parlando. Si cerca di creare un ambiente familiare, con un codice di comportamento condiviso, dove il rispetto è alla base di tutto. Tutti si salutano dandosi la mano. Si cerca di trasmettere mentalità, cultura ed attaccamento.

Sono stimolate occasioni di socialità anche al di fuori del campo di gioco: una volta al mese ad esempio si svolge un’attività che coinvolge tutto il settore giovanile. Si fa il ritiro anche invernale per dirti. Si trasmettono valori etici e sociali, tra cui indipendenza, team building e comunicazione.

Il secondo principio fondamentale è la formazione scolastica e lavorativa del ragazzo.

Il Mainz in tal senso supporta in maniera attiva lo sviluppo del giovane, fornendo un costante aiuto nello studio pomeridiano, grazie ad insegnanti di sostegno. Vi è una cooperazione con alcune scuole della zona, oltre che con aziende sul territorio per lo svolgimento di tirocini formativi.

A tempo pieno lavorano inoltre per la società uno psicologo ed un pedagogo.

Il terzo punto fondamentale per l’academy è invece inerente l’aspetto tecnico, inteso come formazione calcistica, con la condivisione tra le diverse squadre di alcuni principi cardine, tra cui:

 -difendere attaccando. Questo principio risale ai tempi in cui qui allenava Klopp, che nel febbraio 2001 da giocatore del team divenne capo-allenatore. Da qui l’idea portata avanti dal club del gegenpressing: recupero palla il prima possibile ed in avanti, creo densità in zona palla, ti attacco per toglierti il respiro.

-Privilegiare la verticalità rispetto al palleggio orizzontale. Capacità di ricercare giocate a tagliare linee di gioco.

-Per quanto riguarda il lavoro sull’1v1 si propongono situazioni il più possibile diversificate: laterale, ad inseguimento, cambiando la posizione del corpo dell’attaccante o del difendente. Per assurdo alleniamo poco l’1v1 frontale in quanto riteniamo che all’interno della gara questa situazione sia irreale o comunque poco presente.

-Infine grande attenzione viene data al movimento senza palla, cercando di offrire costantemente almeno due soluzioni di gioco al portatore.

-Grande importanza ai fondamentali tecnici.

Come lavorate invece da un punto di vista atletico?

Diamo molta importanza alla forza, alla preparazione muscolare ed alla struttura dell’atleta, con meno spazio per l’aerobico. Per allenare questa componente condizionale vengono preferiti small sides games e partite a tema ad alta intensità, variando le dimensioni del campo da gioco in base all’obiettivo atletico che vogliamo maggiormente perseguire.

Un’ aspetto che mi ha colpito dei club tedeschi in generale è che qui, sono molti i preparatori atletici che possiedono un background diverso da quello del calcio. Qualcuno ha giocato ad hockey, altri a pallavolo. Qualcun altro praticava arti marziali. In questo senso il confronto con l’allenatore può portare delle novità o comunque dei punti di vista differenti nell’analizzare la prestazione.

Come è organizzata la tua settimana?

Al lunedì mattina lavoro nelle scuole con cui collaboriamo e frequentate dai ragazzi del nostro settore giovanile, dove svolgiamo un allenamento atletico. Dagli U-15 ai U-19 vengono a piccoli gruppi in palestra a fare un lavoro di forza. I ragazzi hanno età diverse con programmi personalizzati per ognuno. Devo quindi conoscere i piani di lavoro di ogni ragazzo.

Nel pomeriggio sono sul campo con le annate dall’U-11 all’U-14, dove propongo un lavoro atletico di mezzora per ogni squadra.

Il martedì mattina sono in ufficio e al pomeriggio con U-12 e U-13 per lavorare a livello coordinativo, dando grande attenzione alla cura di gesti specifici come i cambi di direzione.

Il mercoledì mattina vado nelle scuole della zona per svolgere attività e promozione, con corsi di calcio ai bambini della città.

Il pomeriggio svolgiamo un allenamento individuale a piccolissimi gruppi rivolto a U-15 e U-16. Qui valutiamo con gli allenatori delle squadre i punti di forza e di debolezza di ogni ragazzo, cercando di migliorarli su specifici gesti tecnico-tattici. In questo trimestre ad esempio ci stiamo focalizzando sulla conclusione. Con U-11-12-13-14 proponiamo invece degli esercizi a carico naturale come introduzione alla forza, soprattutto da un punto di vista diciamo tecnico-coordinativo e di acquisizione del gesto.

Al giovedì svolgiamo, come dicevo, una riunione con tutto lo staff, mentre sul campo il lavoro è rivolto a U-9 e 10 dove proponiamo un lavoro tecnico-coordinativo e di dominio della palla, oltre che di 1v1.

La settimana viene chiusa al venerdì con un lavoro tecnico per le diverse annate.

Nel week end invece non ho obblighi particolari. In base alla situazione, agli obiettivi settimanali ed alla sensazione del momento, scelgo quali partite delle squadre del settore giovanile andare a vedere.

Photo credit FSV Mainz 05

La Germania negli ultimi anni ha avuto una grandissima crescita di tutto il calcio giovanile. Come stai percependo il movimento tedesco in tal senso?

Generalmente riscontro che gli allenatori sono particolarmente preparati. E questo è dovuto in buona parte ad un sistema di licenze e di formazione ben strutturato dalla federazione. L’accesso ai diversi corsi per allenatori è meritocratico e non basato su punteggi, numero di anni in cui hai fatto il calciatore o età. Ad esempio, al Mainz, il mister dei Giovanissimi è un ragazzo di 26 anni che ha già ottenuto la massima certificazione per allenare in Germania, senza aver mai giocato nei professionisti.

I corsi sono fatti bene, durano un anno, con tirocini da svolgere nei centri federali, che coinvolgono profili di alto livello per formare le nuove leve di allenatori.

É stato difficile integrarti nell’ambiente del Mainz?

Da un punto di vista sia professionale che umano mi sto trovando benissimo, ed in tal senso sono stato piacevolmente colpito ed anche un po’ sorpreso dall’approccio delle persone qui. Tutti mi hanno aiutato tantissimo, ognuno aveva una parola di conforto nei momenti meno belli ed anche i dirigenti sono sempre stati sensibili nei miei confronti, lasciandomi il tempo per esprimermi.

Mi sento a casa.

Il settore giovanile è composto da uno staff giovane e dinamico. Tra allenatori, preparatori e responsabili siamo in una trentina di persone, con una età media attorno ai 30 anni. C’è voglia di confrontarsi, di ascoltarsi e di crescere reciprocamente per il bene del club.

Photo credit FSV Mainz 05

Fuori dal campo come è stato l’impatto con la città?

Magonza è una città tranquilla, a misura d’uomo, fa per me. Al clima un po’ ti ci devi abituare, anche se comunque l’ inverno non è eccessivamente rigido. Il territorio si trova sulle rive del Reno, è affascinante, con colline e molto verde, dove tante persone fanno sport. La città è piccola ma dinamica ed universitaria: vi è un ambiente giovane con possibilità di fare diverse attività, mi piace.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

Per il momento ho un altro anno di contratto, in una società in cui sto molto bene e posso vivere della mia passione. L’idea è quindi quella di dare continuità alla mia esperienza in Germania.

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