Nazionale di calcio a 5 cinese: il preparatore atletico è Angelo, trent'enne di Roma che si racconta a Viaggio Calcistico.

Lo sapevate? Il preparatore atletico della nazionale di calcio a 5 cinese è un italiano, impegnato dal 2017 nel paese del dragone.

Quella che segue è la storia di Angelo Pavia, nato nel 1989 a Roma, che racconta a Viaggio Calcistico il percorso che l’ha portato prima in Bangladesh ad allenare la nazionale, poi in Oman, fino ad arrivare a lavorare in Cina.

Angelo, ci racconti da dove nasce la tua figura professionale nel mondo del calcio?

Ho iniziato conseguendo una laurea in Scienze motorie all’università di Roma nel 2012. Durante la laurea, ho iniziato un tirocinio alla Lazio, dove sono stato poi confermato anno dopo anno, aumentando le mie responsabilità e mansioni ad ogni stagione. Con la società biancoceleste sono rimasto cinque anni, fino ad arrivare a ricoprire il ruolo di responsabile dei preparatori atletici.

Durante questo periodo ho proseguito la mia formazione nel campo, frequentando prima la magistrale di Scienze tecniche nello sport e poi conseguendo il master in Preparazione atletica nel calcio.

Come è iniziata la tua esperienza in ambito internazionale?

A Roma entrai in contatto con Fabio Lopez, allenatore di caratura internazionale. Nel 2015 il mister venne contattato dalla nazionale del Bangladesh e mi chiese di seguirlo nel paese asiatico nel suo staff, come preparatore atletico, per un periodo di 4 mesi per partecipare alle qualificazioni dei Mondiali di Russia 2018. Terminata questa esperienza mi resi conto dell’importanza di migliorare il mio inglese per poter essere maggiormente spendibile fuori dall’Italia.

Mi trasferii quindi a Londra con l’obiettivo di imparare meglio la lingua. Lasciai da parte il calcio lavorando da cameriere e barista per potermi mantenere nei mesi successivi.

Poi?

Lopez venne ingaggiato da una squadra della massima divisione dell’Oman e lo affiancai anche in questa esperienza. Nel paese rimanemmo tuttavia solo due mesi a causa di alcune divergenze con i vertici del club. Tornai quindi prima a Londra e poi a Roma per conseguire il patentino UEFA B.

A Roma durante il corso conosci una persona che rappresenta per te una svolta a livello professionale…

Esatto. Insieme a me, al corso partecipava Sergio Garelli. Non lo conoscevo, ma in realtà era uno dei più importanti allenatori a livello mondiale di calcio a 5. Con Sergio instaurai fin da subito un buon rapporto basato su stima ed amicizia

Terminato il corso il mister si trasferì in Cina per allenare la nazionale ed una squadra del massimo campionato cinese di calcio a 5. Da allora mi coinvolse nel suo staff, sempre come preparatore atletico. Da ottobre 2017 ricopro quindi il ruolo di preparatore atletico della nazionale cinese di calcio a 5.

Com’è lavorare per una nazionale rispetto ad un club?

Premetto che l’esperienza è molto bella. Sono sempre stato un gran programmatore ed in tal senso l’obiettivo principale che abbiamo è quello di consentire ai giocatori di arrivare al top ad un determinato momento della stagione, chiaramente in prossimità di tornei e manifestazioni internazionali. Diventa quindi fondamentale la gestione dei carichi di lavoro, da modulare per assecondare questo obiettivo.

Quali sono le caratteristiche fisiche da privilegiare allenando il calcio a 5?

È la prima volta che lavoro nel calcio a 5 e devo dire che per tanti aspetti rappresenta un vero e proprio sport a sé rispetto al calcio ad 11. Chiaramente è più veloce, più intenso e la capacità di prendere rapidamente decisioni diventa fondamentale. Un esempio? Nel calcio normale un buon allenamento deve essere caratterizzato da pochissime pause. Qui un buon allenamento prevede un numero maggiore di pause, ma una intensità massimale nei blocchi di lavoro.

Le qualità organiche da allenare maggiormente sono quindi rapidità, agility e forza.

Quali sono le difficoltà principali che incontri?

Il limite maggiore è che molte squadre del campionato cinese ancora non hanno la figura del preparatore atletico negli staff e di conseguenza è difficile la gestione dei carichi dei giocatori quando sono con i loro club. Cerchiamo di arginare la problematica fornendo ai ragazzi nel giro della nazionale dei programmi personalizzati da seguire.

Come è organizzata la tua giornata tipo?

Durante tornei, manifestazioni e raduni ci alleniamo normalmente 1 o 2 volte al giorno, dove viviamo praticamente costantemente a contatto con i giocatori. Facciamo colazione assieme, pranziamo e ceniamo assieme. I ritmi vengono scanditi dagli allenamenti e dalle riunioni con il resto dello staff per programmare le sedute.

Nei periodi invece in cui non siamo con la squadra sono occupato principalmente nella programmazione. Stiamo cercando di sensibilizzare la federazione per aumentare la quantità di tempo in cui i giocatori lavorano con la nazionale, aumentando i giorni di raduno. Chiaro che vi sono delle difficoltà logistiche oggettive, in primis le grandi distanze tra le diverse città cinesi.

Nel tempo libero quello che amo di più è visitare le città in cui risiedo in un determinato momento. Di base infatti risiedo a Pechino, ma come staff siamo liberi di viaggiare in lungo ed in largo per la Cina, scegliendo la città dove vogliamo stare per ottimizzare il nostro lavoro.

Com’è la qualità dei ragazzi impegnati con la nazionale?

I margini di crescita sono altissimi, anche perché le caratteristiche del calcio a 5 in qualche modo favoriscono la fisicità cinese rispetto al calcio ad 11. In Asia siamo abbastanza competitivi, abbiamo avuto dei grandi miglioramenti. L’obiettivo sarebbe quello di consolidarci tra le migliori 5 squadre asiatiche, un traguardo ambizioso che rappresenterebbe un grande orgoglio per i ragazzi, per lo staff e per il paese in generale.

Parliamo del mondo cinese fuori dal campo, com’è stato l’impatto con il paese del dragone?

Ormai sono due anni e mezzo che risiedo in Cina e devo dire che mi trovo molto bene. Piano a piano sta migliorando anche il mio livello di cinese. Sul campo ho il traduttore quindi problematiche particolari non ce ne sono, ma fuori dal campo conoscere la lingua facilita e di molto l’integrazione.

La Cina da visitare è bellissima, ogni città è un mondo da scoprire, con monumenti unici ed affascinanti. Inoltre la Cina sta migliorando e di molto alcune problematiche che aveva fino a qualche anno fa: l’inquinamento ad esempio è fortemente diminuito.

Inevitabile un accenno in questo momento al corona virus…

In questo momento sono in Italia, da dopo il Capodanno cinese proprio per l’emergenza. La situazione tuttavia mi dicono stia tornando alla normalità. In generale fuori dall’Hubei la situazione sembra essere stata sempre abbastanza sotto controllo, pur tuttavia con certe limitazioni. Attualmente sono in attesa di comunicazioni su quando rientrare, ma ripeto la vita sta tornando alla normalità.

Quello che un po’ mi dispiace è leggere e sentire qui in Italia certi commenti riguardo al paese cinese. In Cina, le condizioni igieniche sono infatti molto migliori della percezione che abbiamo qui in occidente.

Quali sono i tuoi programmi ed obiettivi futuri?

Come accennato, in questo momento sono in Italia, lavorando in una scuola come insegnante di educazione fisica. Sono in attesa di novità dalla Cina per capire quando potrò rientrare nel paese. Il mio obiettivo nel breve è quello di terminare il percorso con la nazionale, un progetto cui credo fortemente e che sono convinto possa portare delle grosse soddisfazioni, a me, ai ragazzi ed a tutto lo staff.

L’allenatore nel dragone

Un viaggio all’interno del calcio in Cina

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