VIAGGIO CALCISTICO questa settimana si ferma in Europa, destinazione Irlanda, per scoprire come si allena in un club di prima divisione.
In questo viaggio ci guida Marcelo Gallo, origini uruguaiane, residente in Italia in provincia di Milano dal 2001 e dal Gennaio del 2020 a Wexford, cittadina affacciata sul mare a 150 kilometri da Dublino.
Marcelo allena gli U17 del club.
Mister, raccontaci da dove inizia la tua esperienza…
In Italia ho allenato la Prima Squadra dell’Opera, società del mio paese nell’ hinterland milanese, e la Juniores Regionale del Borgolombardo, dopo aver completato il percorso formativo della FIGC, frequentando il corso CONI-FIGC e conseguendo prima il patentino UEFA C e poi quello UEFA B.
Dentro di me ero tuttavia alla ricerca di una sfida, di un’esperienza di vita all’estero ed un paese che mi affascinava particolarmente era l’Irlanda.
Come ho fatto ad entrare in contatto con un club del posto?
Letteralmente ho inviato il mio curriculum a tutte le società del paese di Premier e First Division, e qui al Wexford ho trovato un dirigente che si è preso in carico il mio caso, supportandomi nella realizzazione di questo obiettivo.
Che approccio hai avuto con la società?
Innanzitutto devo dire che la maggior parte delle società a cui ho inviato il curriculum mi hanno gentilmente risposto. Il Wexford è stata tutta via il club più disponibile a sostenermi e supportarmi.
Sono arrivato in città il 6 Gennaio, e dopo qualche settimana avevo già trovato un lavoro in un albergo in città. Qui è difficile vivere solo di calcio allenando nel settore giovanile e di conseguenza mi serviva un lavoro per poterlo coniugare con la mia passione.
Qui in Irlanda mi è stato inoltre possibile iscrivermi al corso per l’UEFA A.

Quale è stato l’iter per poter entrare nel corso da allenatore professionista in Irlanda?
Ho ottenuto la residenza nel paese ed in seguito mi sono iscritto all’AIRE (Anagrafe Italiani residenti all’estero). Dopo di che ho chiesto alla federazione italiana un permesso: un “cross border” che presupponeva la mia residenza nel paese estero ed il mio tesseramento in un club del luogo.
Una volta ottenuto ciò ho potuto iscrivermi al corso, dove l’accesso qui è particolarmente meritocratico, più che legato al passato da giocatore o all’età.

Come è organizzata l’academy in cui alleni?
La selezione dei ragazzini ed il loro percorso nella società avviene dall’U13. Nel club vi sono poi U15-U17-U19 e Prima Squadra. Ogni rosa ha un manager ed un coach, e vi è un capo academy che funge da responsabile. In tal senso la particolarità sta nella gestione della singola squadra, appunto affidata ad un manager, in una visione tipicamente anglosassone. Lo stesso segue la selezione dei ragazzi della squadra, i tesseramenti, la gestione dei genitori. E si confronta e coordina poi con il coach per la gestione maggiormente tecnica dell’allenamento.
Una sorta di figura intermedia tra l’aspetto organizzativo e quello sportivo.
È uscito il mio libro:
L’ALLENATORE NEL DRAGONE:
STORIA DI UN ALLENATORE DILETTANTE IN CINA
Clicca qui per leggerlo

Com’ è organizzata la parte sportiva ed il campionato?
I ragazzi si allenano dalle 2 alle 3 volte a settimana, in quanto qui l’allenamento calcistico va coniugato con la frequentazione dell’attività agli sport gaelici. In Irlanda infatti sono appunto gli sport gaelici a farla da padrone, sono intrinsechi alla cultura del popolo ed influenzano inevitabilmente anche l’approccio al calcio.
Ad esempio i ragazzi sono quasi “ossessionati” dalla marcatura a uomo, anche con palla distante, in quanto tale marcatura è basilare nel calcio gaelico (una sorta di mix tra rugby e football).
I ragazzi sono tutti fisicamente strutturati anche per l’approccio a questa disciplina, che praticano nelle scuole.
Il campionato a cui partecipiamo è di tipo nazionale, con club di Premier e First Division. Si gioca da Marzo a Novembre e Vi sono due gironi da 10-12 squadre, uno al nord, l’altro al sud dell’isola.
Com’è il livello e l’atteggiamento dei ragazzi?
I ragazzi hanno un’applicazione incredibile con un atteggiamento molto disponibile. Hanno mentalità e strutture fisiche importanti. Il livello? E’ sicuramente un calcio diverso dal nostro. Se volessimo forzare un paragone potremmo dire che la Premier League nazionale è al livello della nostra Serie C, ed il settore giovanile di un club professionista potrebbe essere paragonato al livello tra una nostra regionale Elitè ed una nazionale di Serie C. Ma ripeto, il paragone è forzato, proprio per la natura del modo di giocare.

Com’è il tuo approccio alla città fuori dal campo?
Vivere a Wexford non è semplice. La cittadina è abitata da circa 20 mila abitanti, senza la presenza di grandi aziende. Si affaccia sul mare e qui hanno le seconde case molti dubliners che vengono in villeggiatura. La gente del posto è principalmente impegnata nelle farms, grandi aziende agricole. Insomma, l’impatto non è semplicissimo, ma la possibilità di avere un’esperienza di vita importante mi dà gli stimoli giusti per andare avanti.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Innanzitutto devo conseguire il patentino UEFA A, per poter scegliere poi le mie tappe successive. Non è detto che possa tornare in Italia per valutare certe situazioni, ma allo stato attuale delle cose ho ancora degli obiettivi da portare a termine nella terra d’Irlanda.
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