All’inseguimento di un pallone in giro per il mondo: vi raccontiamo la storia di Matteo Cerica, del 1982, originario di Viterbo e laureato in Scienze della comunicazione.
Matteo, quale è stato il tuo percorso nel mondo del calcio?
Ho giocato a calcio nei dilettanti, ma sono sempre stato affascinato dalla figura dell’allenatore. Ho iniziato ad allenare partendo dal basso, al Calcio Tuscia, in una società del viterbese come vice-allenatore dei Pulcini. Col tempo ho studiato, mi sono formato, frequentando prima il corso CONI-FIGC nel 2009 e poi l’UEFA B nel 2012. Dopo il patentino mi sono avvicinato maggiormente al mondo delle prime squadre allenando in Seconda Categoria, al Real Teverina dove, con Riccardo Celleno, conquistai subito una promozione, e nel calcio a 5 femminile.
L’anno successivo approdai ad una società storica del viterbese, la GSD Pianoscarano 1949 dove sono passati anche Bonucci e Conticchio. Qui, negli anni mi sono occupato di diverse categorie e mansioni: ho allenato pulcini, esordienti, giovanissimi, poi prima squadra, sono stato responsabile della scuola calcio oltre che curare la match analysis applicandola ai dilettanti.
Durante questi anni ho sempre cercato di continuare ad aggiornarmi, frequentando i corsi di Horst Wein, dei workshop con l’Arsenal, oltre a clinic con guru del calcio giovanile in Italia, come Bonaccorso e De Paoli.
Quale è la tua idea di calcio?
Cerco di mettere davanti a tutto la capacità dei giocatori di scegliere, di trovare delle soluzioni alle situazioni che si verificano sul campo, proponendo delle sedute che favoriscano tale idea di fondo.
Inoltre da quando alleno all’estero ho avuto il piacere di confrontarmi con allenatori provenienti da altri paesi, soprattutto spagnoli, portoghesi ed inglesi, da cui attingere per avere una visione più ampia del gioco.
Quale è stata la tua prima esperienza in ambito internazionale?
Nell’estate del 2017 ho avuto la possibilità di allenare due mesi in Canada, in alcuni campus estivi organizzati da Challenger Sport. È stata una bella esperienza, ogni settimana ero in una città diversa. Ho riscontrato una grande organizzazione con delle strutture all’avanguardia.
Pensa che ho assistito a partite di ragazzini che giocavano ad 8 con la terna arbitrale. Il livello medio del calcio canadese è ovviamente inferiore a quello europeo, ma ho riscontrato grande professionalità.Il Canada è un paese occidentale, dove l’ambientamento è stato semplice.

Dopo l’esperienza in Canada ti sposti con continuità in Corea del Sud…
Esatto. Da Marzo 2018 sono stato ad Andong. Un amico con cui ero stato in Canada mi segnalò una possibilità nel paese. Inviai il curriculum e dopo un colloquio skype venni assunto dalla English Football Academy. Il mio compito era di lavorare principalmente con le scuole, svolgendo delle lezioni di calcio in inglese in elementari e medie.
Quali sono le caratteristiche principali del paese coreano?
Per la mia esperienza ho riscontrato che il calcio è posto in secondo piano rispetto allo studio, nonostante questo, il livello medio è buono. In generale i ragazzi sono coordinati, ognuno di loro pratica il taekwondo, l’arte marziale coreana, che permette di migliorare la motricità, facilitando l’esecuzione dei gesti tecnici.La società è molto tradizionalista e formale, con grande importanza alla ritualità.
Per poter allenare in Corea del Sud è quindi fondamentale entrare nella mentalità locale, mostrando molto gli esercizi e proponendo ai giocatori delle scelte da fare e delle situazioni da risolvere. Inoltre i ragazzi stanno molto su internet, conoscono poco il calcio. In questo senso si rende necessario accorciare il gap culturale, trasmettendo mentalità calcistica e conoscenze. Chiaro che ho dovuto cercare un compromesso tra la mentalità coreana e la mia di allenatore occidentale

Dove è proseguito poi il tuo viaggio calcistico?
Dopo l’esperienza in Corea ed un breve periodo di qualche mese in Italia, torno in Asia, in Cina, a Chengdu, dove lavoro per l’Inter Academy Sichuan-Yuambo Sport da maggio ad agosto 2019. Qui andavo nelle scuole al mattino e all’ Academy nel pomeriggio.
Infine mi sposto a Guangzhou, alla Ray Sport da settembre 2019 ad ora, dove attualmente lavoro. Il mio compito è di allenare le squadre maschili U-15 e U-13, ed una femminile U-13, mentre al mattino svolgo delle lezioni di calcio nelle scuole. In questo momento, causa corona virus sono a Seul, dalla mia fidanzata che è coreana, ma punto a breve di tornare in Cina.

Quale è la tua analisi sulla società e sul calcio cinese?
Quello che noto principalmente è come la società sia a due volti: da una parte un tentativo di aprirsi all’occidente, dall’altra una mentalità ancora per certi versi chiusa, dove ogni individuo risponde agli ordini di un suo superiore.
In questo senso il calcio è in parte lo specchio della società: i ragazzi sono abituati ad eseguire gli ordini, ma fanno fatica a prendere decisioni ed a fare scelte. Fanno fatica a pensare in maniera critica assumendosi delle responsabilità. In questo senso dopo un disorientamento iniziale ho dovuto calarmi nella loro mentalità dando delle possibilità di scelta abbastanza limitate alle esercitazioni che propongo.

Un altro aspetto della mentalità calcistica cinese è che l’unica cosa che conta è vincere, non importa come. In tal senso occorre fare un lavoro anche per creare la giusta mentalità sportiva e la corretta cultura.
In ogni caso in Cina mi trovo bene, i ragazzi sono curiosi, per loro è un prestigio essere allenati da un italiano.

In generale come sei entrato in contatto con le realtà che ti hanno ingaggiato?
Le principali offerte di lavoro le ho trovate in internet e su linkedin. In questi casi si rivelano fondamentale il curriculum e il modo di porsi durante i colloqui.
Come lingua utilizzo l’inglese.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Sperando che l’emergenza sanitaria rientri nella normalità, vorrei terminare l’annata in Cina. Per il futuro vorrei proseguire nella mia formazione, magari conseguendo il patentino UEFA A, oltre a rimanere aperto a nuove esperienze all’estero con realtà che vogliano sviluppare un progetto sportivo importante.
L’allenatore nel dragone
Un viaggio all’interno del calcio in Cina
