Dai Giovanissimi Provinciali ad una cantera spagnola: Claudio Misani

Determinazione, perseveranza, testardaggine: tre parole che rappresentano Claudio Misani. Tre parole che racchiudono il succo del percorso che ha portato Claudio ad allenare in Spagna, in una “cantera” alle porte di Barcellona.

Claudio nasce nel 92’ in un paese in provincia di Monza, una laurea in Scienze motorie ed un master da Preparatore atletico nel calcio.

Alla fine dell’intervista abbiamo pensato di inserire una interessantissima presentazione, scritta dallo stesso Claudio due anni fa, ma ancora attualissima. Si parla in maniera dettagliata su come sono organizzati i settori giovanili e come sono strutturati i campionati in Spagna.

Claudio, da dove nasce la tua passione per il ruolo di allenatore?

La mia carriera da mister inizia prestissimo. Ho smesso presto di giocare, pensa che già a 18 anni ho deciso di appendere le scarpe al chiodo per dedicarmi al ruolo di allenatore. In verità avevo iniziato a “dare una mano” già a 16 anni nel settore giovanile del Bellusco, una piccola società della Brianza.

Ero attirato dal ruolo dell’allenatore. Questa curiosità la portavo dentro fin da ragazzino quando ero un appassionato giocatore di Football Manager, un videogioco che come gli appassionati sanno, permette di guidare un club di calcio da un punto di vista “manageriale”.

 Nei primissimi anni della mia carriera ho allenato U15 ed U17 di una società dilettantistica della zona (la Viberonchese), svolgendo inoltre il ruolo di preparatore atletico per la Juniores. Nel frattempo, ho iniziato gli studi in Scienze motorie, frequentando il maggior numero di corsi di formazione possibile, rubando i segreti del mestiere. Partecipavo praticamente a tutti i corsi territoriali e clinic che trovavo. In Italia ho acquisito inoltre il patentino UEFA C.

Dopo il master l’idea di trasferirti in Spagna… come hai fatto ad entrare in contatto con la realtà spagnola?

In Italia avevo una sgradevole sensazione… che sarebbe stato difficile intraprendere strade importanti senza una carriera da giocatore professionista alle spalle. Mi sentivo “chiuso”.

Il mio desiderio forte era quello di poter provare a giocarmi una possibilità nel paese iberico.

Cosa ho fatto? Letteralmente ho inviato una mail a praticamente tutte le società professionistiche spagnole: dalla Liga fino alla terza divisione. Conoscevo poco lo spagnolo, ma avevo “fame”, ero desideroso di poter far valere le mie idee ed il percorso formativo che avevo intrapreso.

Nessun club mi ha risposto. Non mi sono perso d’animo, finché una società di Barcellona (con la prima squadra militante nella categoria equiparabile alla nostra Serie D) si mostra disponibile ad inserirmi nell’ organico del proprio settore giovanile. Prendo un aereo e volo in Spagna per incontrare il responsabile del settore giovanile di questa società. In quella fase non cercavo “il guadagno” economico (pensa che il primo anno ricevevo un rimborso di 100€ mensili), volevo semplicemente iniziare a conoscere da vicino la realtà spagnola, crearmi dei contatti, imparare la lingua, rendendomi disponibile a partire dal basso.

Il primo anno ho seguito una squadra di Pulcini e da secondo una di Giovanissimi.

Poi come è proseguito il percorso?

Dopo un anno, sono passato all’ Escola de futbol Gavà, società di puro settore giovanile, particolarmente attenta alla formazione dei ragazzi. Qui nella stagione 2018/19 seguivo una squadra di Pulcini, una di Giovanissimi e curavo la preparazione fisico/coordinativa di diverse annate. Quest’anno seguo da primo mister l’Under 15, sono il secondo dell’Under 18 e continuo a lavorare sulla preparazione fisica delle diverse formazioni.

Com’ è stato l’impatto con il mondo spagnolo?

L’inizio è stato difficile. Ero solo, non conoscevo la lingua. Essendo il rimborso spese minimo, soprattutto all’inizio, ho fatto tantissimi lavoretti: dal magazziniere al cameriere. Adesso le cose vanno decisamente meglio: sento maggior considerazione nei miei confronti, conosco la lingua. Ho iniziato a svolgere anche degli allenamenti individuali sui ragazzi che mi permettono di “arrotondare”.

Come funziona la formazione per gli allenatori in Spagna?

Per conseguire i diversi patentini vi sono due percorsi possibili: tramite la federazione catalana e la via accademica.

Nel primo caso vi sono 4 livelli che corrispondono ai nostri UEFA C-B-A e PRO. Per accedere non è necessario avere un punteggio o altri requisiti particolari. Inoltre, il numero dei corsi in Spagna è molto elevato.

Nel caso della via accademica invece, i livelli sono 3, permettono di accedere direttamente all’ università e sono necessari per insegnare calcio nelle scuole. Tuttavia, questi sono titoli validi solo in Spagna e non vengono riconosciuti dall’ UEFA. Come si può immaginare essendo questi corsi aperti, TUTTI i mister sono patentati e formati adeguatamente (per poter allenare qualsiasi squadra è obbligatorio infatti il patentino).

Come hai trovato il livello medio?

A livello tecnico e fisico per la mia personale esperienza non ho riscontrato grossissime differenze tra la Spagna e l’Italia. Loro probabilmente curano con più attenzione la tattica individuale: la posizione del corpo ed i tempi e modi della pressione singola.

Tutti provano a costruire dal basso, tutti pressano alti, ed in generale le squadre sono ben organizzate (anche nei livelli e nelle categorie più basse). Gli allenatori sono tutti mediamente preparati (e qui torniamo al discorso iniziale sulla facilità con cui i mister possono accedere ai corsi).

Come ti trovi con i ragazzi allenati?

I ragazzi sono sempre disponibili nei miei confronti. Anche all’inizio, quando non conoscevo la lingua, si dimostravano “comprensivi” cercando di aiutarmi. Con loro è stato facile costruire un buon rapporto.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Innanzitutto, vorrei continuare la formazione qui. Come detto vi è questa possibilità di conseguire il patentino UEFA PRO, che in Italia per un non ex-calciatore sarebbe difficilissimo.

Per il resto rimango aperto. Il mio sogno è quello di poter entrare fra qualche anno a far parte di uno staff di qualche società professionistica.

Clicca qui per scoprire come sono organizzati e strutturati i campionati giovanili spagnoli.

É uscito il mio libro “L’allenatore nel dragone”

Dedicato ai viaggiatori, agli allenatori, ai curiosi: come si vive e si allena in Cina?

Scoprilo: